Mantenere la lucidità

Gentile Collega,

vorremmo condividere con te alcune riflessioni in questi giorni drammatici.

1.            Siamo parte del problema

Oggi le basi teoriche e scientifiche della nostra professione, la relazione tra noi ed i nostri utenti, i rapporti familiari e sociali loro e nostri sono messi in discussione da un evento epocale: un piccolo virus invisibile ci ha tolto le primarie libertà individuali e reso temibile qualsiasi contatto umano. Il mondo si sta fermando e con lui quasi tutte le attività economiche e professionali.

Davanti alle incertezze legate allo  stravolgimento delle consuetudini umane e relazionali richiestoci in questo periodo, ai timori per il futuro economico che sta alla base del nostro sostentamento, ognuno reagisce secondo le proprie propensioni personali.

A noi spetta il compito di proporre una riflessione su come la nostra categoria professionale possa aiutare tutta la popolazione, continuando a portare avanti i dettami della legge che ne regolamenta le funzioni.

Contemporaneamente, dobbiamo tenere ben presente un altro aspetto: la condizione che da alcune settimane viviamo, e che  con tutta probabilità  non terminerà a breve,  ci vede TUTTI COINVOLTI in primo luogo come persone, ognuna con la propria storia, i propri affetti, le proprie emozioni.

Si tratta di emozioni forti fra cui emerge, certamente, la paura per ciò che può avvenire alle persone a noi care e a noi stessi; siamo e tuttavia, accanto a questa, siamo consapevoli di essere tutti immersi in un’intensa angoscia comunitaria di fronte alla sofferenza, all’impossibilità di assistere chi soffre fisicamente, alla morte in solitudine e alla difficoltà di vivere adeguatamente il lutto.

Tutto ciò comporterà, è fin troppo facile prevederlo, delle conseguenze psicologiche gravi anche per noi che, come tutti gli altri, siamo coinvolti nel problema; conseguenze che si verificheranno alla fine dell’emergenza, ma che già oggi possono rivelarsi.

Essere immersi nell’angoscia dell’ambiente che ci circonda, far parte integrante del problema, avere il carico del benessere dell’utenza  ma anche delle preoccupazioni per la propria famiglia comporta alcune conseguenze:

•             sull’utenza, che rischia di vivere una relazione professionale fortemente condizionata da angosce ed emozioni “speculari”;

•             su noi stessi e sulla nostra salute;

•             sulle nostre relazioni con le persone a noi vicine.

Come è facilmente comprensibile, non esistono ricette facili e immediate, perché la realtà che attraversiamo è complessa e drammatica. Gli strumenti che possono aiutarci sono quelli che pratichiamo nella professione: debriefing, supervisione, gruppi di autoaiuto fra Colleghe e Colleghi. Sono strumenti che possiamo mettere a disposizione reciprocamente, ognuno secondo le proprie competenze professionali e, ovviamente, in piena libertà di scelta.

Avviare queste buone prassi nella fase emergenziale che stiamo vivendo darebbe un significato particolarmente intenso alla colleganza, così come enunciata dal nostro Codice Deontologico, aggiungendo al dovuto rispetto verso il/la Collega, anche l’elemento della solidarietà.

Sappiamo che alcune esperienze in tal senso, di supporto fra Colleghi e Colleghe, sono già partite in Sardegna e che altre stanno partendo sul territorio nazionale: ne daremo notizia sul sito istituzionale e ne approfittiamo per ringraziare le Colleghe ed i Colleghi, tutte persone di comprovata esperienza, che si sono messe al servizio della comunità professionale.

 

2.            L’intervento psicologico volontario

Nella cultura animista senegalese, quando una persona sta male ed è ricoverata in un ospedale ogni persona della sua comunità gli fa visita, perché c’è la convinzione che ogni visitatore possa portare via una piccola parte della sua malattia. Questa consuetudine ha nel tempo messo in difficoltà tanti reparti ospedalieri italiani. Qualche ricercatore si è cimentato in una ricerca mirata a comprendere meglio il fenomeno ed ha scoperto ciò che il senso comune (e tutti gli studiosi della teoria dell’attaccamento) già sapevano da tempo: statisticamente i degenti che ricevono più visite guariscono prima.

Tutti noi ricordiamo gli studi di Harlow ed abbiamo poi approfondito, attraverso i recenti studi delle neuroscienze, quanto il contatto madre-bambino sia la base della strutturazione del benessere psicofisico dell’individuo.

La nostra è una professione sanitaria, ed il compito del nostro ordine professionale, come recita l’articolo 3 del nostro Codice Deontologico, è ricordare ad ogni suo iscritto il  dovere  di utilizzare le proprie conoscenze per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità … prestando particolare attenzione ai fattori personali, sociali, organizzativi, finanziari e politici.

Oggi come non mai diventa necessario trovare un modo per mantenere una coesione sociale e curare la nostra relazione con i nostri pazienti e con la cittadinanza nei modi possibili consentiti dalle restrizioni che la pandemia ci impone.

I problemi con cui ci dobbiamo confrontare non sono solo quelli legati all’uso dei mezzi tecnologici per mantenere un legame con i nostri cari e con i nostri utenti, ma anche capire come la nostra professione possa oggi essere d’aiuto, in questa fase d’emergenza e nel prossimo venturo di difficoltà economiche e sociali, dove non tutto può e potrà essere monetizzato.

Nella cooperazione ogni individuo guadagna qualcosa: questo rende  i mammiferi più evoluti animali sociali capaci di maggiori capacità di adattamento e sopravvivenza.

Fornire vicinanza e cura porta sempre ad un arricchimento  reciproco, non solo economico. Per tale ragione siamo ammirati nel constatare come tanti colleghi stiano organizzando in questa situazione di emergenza  iniziative di volontariato che nobilitano l’impegno valoriale della nostra categoria per la salute collettiva, dando prova del fatto che prima ancora che essere professionisti, siamo esseri umani.

In questi giorni, proprio nel momento in cui il CNOP è stato chiamato a far parte del Comitato Nazionale della Protezione Civile, è  importante essere consapevoli che la prestazione psicologica volontaria in emergenza costituisce un impegno professionale specifico e delicato, che richiede le adeguate competenze e che comporta una notevole responsabilità.

Per questo, l’Ordine degli Psicologi ha messo in campo una campagna informativa, #psicologicontrolapaura, pubblicando diversi materiali – reperibili sul sito nazionale e diffusi nei media e nei social network - per promuovere l’adozione di un appropriato atteggiamento psicologico, per valorizzare le risorse personali e per gestire lo stress legato alla situazione.

Siamo in attesa dell’approvazione delle  Linee di indirizzo per l’intervento a distanza a favore della popolazione nell’emergenza Covid-19 predisposte dal CNOP, prevista nei prossimi giorni: ti invitiamo a verificare sul sito nazionale dell’Ordine gli aggiornamenti in questo senso.

 

In calce a questa newsletter troverai comunque i link ai  documenti elaborati dai diversi Ordini Regionali, che forniscono interessanti spunti di riflessione e indicazioni.

Siamo a disposizione, come Consiglio dell’Ordine, per supportare questo impegno e per chiarirne i confini di intervento.

Ci sembra tuttavia opportuno sottolineare qui alcuni aspetti, sia pure in forma sintetica, da tener presente per chi si predispone ad un’attività volontaria (salvo che non sia la prestazione, con scelta libera del/della professionista,  temporaneamente gratuita alla propria utenza già in carico): sono necessari per mantenere il livello di competenza professionale dell’intervento, di correttezza deontologica e di colleganza: il volontariato è un comportamento troppo prezioso sul piano valoriale perché si possa, anche solo lontanamente, pensare che sia un “automarketing” professionale.

E’ importante che lo/la psicologo/a impegnato/a nell’azione volontaria:

  • svolga la propria attività online, con mezzi telematici o telefonici, ma comunque a distanza;
  • svolga un’attività “di prima chiamata”, volta ad un primo supporto, con eventuale invio, se ritenuto necessario, ad altri/e professionisti/e per il proseguo dell’intervento;
  • operi con interventi brevi (tempo medio consigliato: 20/25 minuti) di supporto, psicoeducazione, informazione sugli ulteriori servizi esistenti,
  • mantenga il proprio anonimato e richieda/garantisca l’anonimato dell’utenza (a meno che il servizio non sia riservato ad un target definito individuato precedentemente (es.: persone iscritte ad una associazione  di categoria)
  • eviti di richiamare l’utenza, se non con precisi protocolli messi in atto  all’interno delle Associazioni di psicologi per l’emergenza, e solo qualora il /la professionista operi all’interno di esse;
  • operi quanto più possibile all’interno di un Ente o di  un’organizzazione (professionale, scientifica, sociale, di categoria, o altro), che diventino in tale modo i titolari de servizio, ferme restando le indicazioni precedenti;
  • sia in regola con la copertura assicurativa;
  • comunichi la propria attività all’Ordine, che la inserirà, se rispondente ai requisiti sopra descritti, all’interno di un elenco apposito predisposto nel sito istituzionale.

 

Siamo consapevoli che chi si sta impegnando in questo settore sta già, nella stragrande maggioranza dei casi, operando con queste modalità: il richiamarle in questa sede può essere utile per chi si avvicina per la prima volta in queste settimane a questo tipo di prestazione.

Un ringraziamento, ancora a chi, nei servizi sanitari  e nelle Organizzazioni in  qualità di volontario/a sta lavorando per dare supporto a chi aiuta (medici, infermieri/e, psicologi/psicologhe, educatori/educatrici). è un grande lavoro sul piano etico e strategico.

Ci auguriamo che quanto prima, a supporto e coordinamento di opera in questo ambito, il SSN in Sardegna attivi le EPE e i PASS, come la normativa da tempo prevede.

 

 

3. L’intervento libero-professionale in emergenza

In questa fase  emergenziale, di cui non si vede al presente la durata, siamo chiamati a dare il nostro supporto all’utenza già in carico e a quella che potremo acquisire, mettendo a disposizione le nostre competenze professionali con l’utilizzo, per quanto possibile, delle  tecnologie per le prestazioni a distanza.

La nostra è una professione sanitaria e di conseguenza le prestazioni in studio con le misure di sicurezza per noi sono consentite anche  dalla più recente normativa emergenziale; tuttavia occorre riflettere seriamente sulla responsabilità che abbiamo verso l’utenza, verso noi stessi e verso le nostre famiglie e  adoperarci quanto più possibile per ridurre al massimo gli spostamenti verso i nostri studi.

In questo senso vediamo con apprezzamento e sollievo il lavoro delle Colleghe e dei Colleghi  riadattarsi rapidamente alla nuova situazione, attraverso la ricerca e la messa in atto di modalità alternative agli incontri “de visu”. Si lavora con le videochiamate, con le telefonate, spesso da casa per limitare i rischi. Questo è un punto di partenza importante che però dovrà essere affiancato sempre di più dalla capacità di ascoltare e cogliere i bisogni emergenti della popolazione in un periodo che avrà una durata maggiore di quella ufficialmente definita.

Fra i link che troverai in questa newsletter abbiamo inserito anche le Linee guida del CNOP perla Digitalizzazione della professione e dell’intervento psicologico mediato dal web ( 2017), che potrai consultare per chiarire i diversi aspetti procedurali.

Sul nostro sito istituzionale e su quello del CNOP, nella sezione “Strumenti per interventi a distanza”, troverai, inoltre, delle piattaforme specifiche per il nostro lavoro messe gratuitamente a disposizioni da alcuni Colleghi.

Per questo, l’Ordine degli Psicologi ha messo in campo una campagna informativa, #psicologicontrolapaura, pubblicando diversi materiali – reperibili sul sito nazionale e diffusi nei media e nei social network - per promuovere l’adozione di un appropriato atteggiamento psicologico, per valorizzare le risorse personali e per gestire lo stress legato alla situazione.

Accanto alla campagna informativa  #psicologicontrolapaura sopra citata, il CNOP ha promosso l’iniziativa #psicologionline, mettendo a disposizione dei cittadini, sul sito del CNOP, una banca dati – consultabile attraverso un motore di ricerca - che contiene i nominativi di Psicologi e Psicoterapeuti disponibili, nelle diverse regioni e province per interventi a distanza  strutturati in questa fase.

#psicologionline

Siamo comunque a disposizione per chiarimenti ed informazioni.

Questa fase emergenziale  passerà, speriamo presto,  e, a seconda di come avremo lavorato adesso, il nostro ruolo potrà subire importanti cambiamenti: la psicologa e lo psicologo sono già diventati in queste settimane dei punti di riferimento molto importanti, perché il bisogno di psicologia è improvvisamente cresciuto ed è aumentata diffusamente la percezione di esso.

L’investimento forte che stiamo facendo per essere vicini, oltre che dentro, alla sofferenza ci porterà probabilmente ad essere visti in modo diverso quando, passata la fase più acuta, l’utenza ci  porterà problemi del tutto inediti, conseguenza della profonde trasformazioni provocate da questo complesso dramma che stiamo vivendo.

La nostra categoria, composta soprattutto da liberi professionisti, adesso sta soffrendo di questa condizione di fragilità, legata all'assenza di certezze dal punto di vista economico e sarà proprio questa la sfida da cogliere: adattare il nostro lavoro ai bisogni delle persone che, inevitabilmente saranno in evoluzione.

 

4. L’intervento in emergenza nel Servizio Sanitario Nazionale

E’ molto importante sottolineare l’impegno che le nostre Colleghe ed i nostri Colleghi stanno profondendo nei luoghi di lavoro, a supporto del personale sanitario che opera frontline con il Covid-19 e della cittadinanza nel suo complesso. E tuttavia, come ben sappiamo, nella nostra Regione la copertura dei posti di Psicologo è ancora molto al di sotto del fabbisogno per garantire il LEA. L’emergenza, al riguardo, ha ovviamente reso più critica questa situazione.

Il  Governo ha accolto le  sollecitazioni del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e nel DL 9 marzo 2020 n.14 ha indicato – con un riferimento esplicito e specifico – la professione psicologica tra quelle da reclutare nell’emergenza sanitaria. Il DL prevede altresì la rideterminazione dei piani di fabbisogno del personale  delle aziende sanitarie (art.3) ed un incremento delle ore di specialistica ambulatoriale (art.5).

Diviene quindi importante che la Regione attui tale previsione nazionale nelle forme più adeguate e in questo senso abbiamo scritto all’Assessore Regionale alla Sanità, evidenziando che  il reclutamento di Psicologi potrebbe anche consentire l’applicazione delle Direttive PCM 13 giugno 2006 e 6 aprile 2013, rimaste finora praticamente inattuate nella nostra Regione, con la conseguente costituzione delle E.P.E. e dei P.A.S.S. particolarmente  necessari in emergenza.

Abbiamo anche precisato che il reclutamento della nostra figura professionale sarebbe  l’occasione per attivare a livello regionale la figura del “referente della funzione di supporto psicosociale”, previsto dalla Direttiva 2006 come elemento di supporto al “referente sanitario regionale” previsto dalla Direttiva 20 agosto 2016. Si tratta della figura che nelle singole regioni/province deve coordinare tutte le azioni sanitarie nella emergenza.

Attendiamo un riscontro, che al momento non abbiamo ancora avuto, ma è nostra intenzione sollecitare in questo senso nei prossimi giorni.

 

 

5. Alcune gravi criticità

L’emergenza ha creato e continuerà a creare gravi scompensi nel lavoro professionale della nostra categoria, che già in partenza non è stato mai abbastanza forte. In questo momento una grande parte delle Colleghe e dei Colleghi sta vivendo difficoltà economiche anche gravi.

Cosa può fare l'Ordine per sostenere le Iscritte e gli Iscritti?

Sappiamo che l'Ordine non si occupa direttamente di assistenza, dato che questa non è tra le sue funzioni istituzionali, ma siamo consapevoli che può e deve farsi portavoce istituzionale, insieme all’ENPAP, dei problemi della professione anche sul piano della dignità economica.

Insieme con l’ENPAP, l’Ordine Nazionale si è attivato perché la normativa che regola le Casse di Previdenza professionali consenta anche alla nostra Cassa di effettuare interventi straordinari più elastici a sostegno di chi è in difficoltà per l’emergenza in atto. Nei prossimi giorni potremo forse avere qualche notizia in più al riguardo.

In Sardegna, peraltro, ci siamo occupati di due situazioni specifiche della nostra realtà regionale: ci sono state segnalate da diversi gruppi  alcune difficili situazioni venutesi a creare per chi  lavora con il Progetto Iscol@ e con le L.R. 162.

Le difficoltà relative al Progetto Iscol@ sono  nate prevalentemente dal fatto che, dopo la chiusura delle Scuole, i singoli Istituti, in base alla propria autonomia, hanno potuto affrontare il problema della sospensione del progetto con varie modalità: interruzione tout court, prestazioni a distanza, permanenza a scuola  per le ore funzionali (finché è stato possibile).

A sostegno delle decine di Colleghe e Colleghi impegnati nel Progetto, è in corso una intensa interlocuzione con la Direzione Generale dell’Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione, nel corso della quale si è richiesta ampia flessibilità di calendario e proroga dei tempi di scadenza del progetto stesso. Fino ad oggi le persone impegnate nel progetto,    hanno avuto  rassicurazioni in merito, fatta salva la necessità di approvazione dello  slittamento dei termini da parte dell’Autorità di Gestione, trattandosi di progetto finanziato con Fondi Europei. Manteniamo peraltro un costante monitoraggio.

Per ciò che riguarda le Psicologhe e gli Psicologi a contratto con la L.R. 162, la criticità si è manifestata soprattutto (anche se non esclusivamente) per coloro che avevano il rapporto contrattuale direttamente con la famiglia della persona assistita. In sinergia con le Associazioni dei Pedagogisti e con il supporto dell’Ordine Assistenti Sociali, che ringraziamo, abbiamo avuto almeno l’assicurazione della flessibilità dell’orario e della possibilità di recupero delle ore non lavorate, ferma restando la possibilità che le famiglie possano comunque erogare il compenso dovuto anche nel periodo di sospensione.

 

6. Albo B.

Cogliamo l'occasione, infine, per ricordare che per la prima volta in questa  nuova consiliatura è presente la rappresentante della sez. B dell’Albo, che si rende disponibile al  confronto e al  dialogo con i DTP.

 

 

LINK AI DOCUMENTI

A - Sulle prestazioni a distanza:

B - Sui servizi volontari in emergenza:

Al seguente link Materiali prodotti dagli Ordini territoriali e associazioni-società scientifiche - Covid 19 troverai tutti i materiali elaborati dagli Ordini Territoriali, vedi in particolare: 

Raccomandazioni sulle prestazioni Psicologiche a distanza erogate nell’emergenza sanitaria da Covid-19 - Ordine Psicologi Calabria

Coronavirus – Vademecum pratico per Psicologi dell’Ordine Veneto

 

C – Sui servizi pubblici relativi all’emergenza

  Normativa su EPE e PASS

DPCM 13 giugno 2006 Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi - Attivazione EPE (Equipe psicosociale per le emergenze)

DPCM 6 Aprile 2013 - Direttiva concernente Disposizioni per la realizzazione di strutture sanitarie campali, denominate PASS, Posto di Assistenza Socio Sanitaria

Allegato al DPCM 6 Aprile 2013